Le imprese stanno chiudendo, chi non lo ha fatto chiude i cordoni della borsa e non si lascia andare ad investimenti che non siano direttamente riconducibili ad immediati risultati positivi (incremento di fatturato, riduzione prospettica delle spese, incremento degli utili, riduzione della pressione fiscale, ecc.): cosa sta succedendo?
Semplicemente si sta respirando la polvere di una crisi che sta coprendo aspettative, speranze, certezze ed obbliga management, imprenditori e guerrieri della prima linea – tra cui i venditori – ad inventare qualcosa che consenta il mantenimento delle posizioni: il tutto risparmiando.
Il paradosso a cui stiamo assistendo è che i supporti allo sviluppo commerciale (dalla pubblicità alla promozione, dalla formazione alla consulenza, dallo sviluppo di nuovi prodotti alla scontistica) si sono interrotti o, per meglio dire, rotti … come un uovo in una trappola, per far posto alla virtualizzazione delle azioni (web 2.0 ne è un esempio) o all’immobilismo.
In questo scenario c’è posto solamente per figure di spessore, capaci di ricucire strappi di budget e ricostruire rapporti con i mercati dando fiducia ed indicazioni etiche (rispetto te per rispettare me, faccio del bene a te per fare del bene a me) risollevando animi ed aziende. Ruolo primario in questa prospettiva è affidato, oggi più di ieri, al venditore; aziende e clienti si aspettano grandi cose … ma il venditore è pronto a raccogliere la sfida? Siamo certi della risposta affermativa ma non c’è più spazio per improvvisatori ed affabulatori, di ipnotisti e “pnlisti”, di simpaticoni e pressapochisti, di venditori “oneshot” e di venditori forzosi … c’è spazio per chi crede nella mission affidata, chi usa la propria intelligenza, la sensibilità, la preparazione ed esperienza per offrire ai clienti un futuro da condividere con un rapporto che non si spegnerà, mai. Il venditore deve creare rapporti interpersonali senza perdere di vista gli obiettivi qualitativi e quantitativi.
Venditori cercasi … ma con queste caratteristiche!
Noi siamo qui per aiutare questo processo con passione e metodologie sicure e di successo da applicare in tutti i settori, ci confrontiamo?
Semplicemente si sta respirando la polvere di una crisi che sta coprendo aspettative, speranze, certezze ed obbliga management, imprenditori e guerrieri della prima linea – tra cui i venditori – ad inventare qualcosa che consenta il mantenimento delle posizioni: il tutto risparmiando.
Il paradosso a cui stiamo assistendo è che i supporti allo sviluppo commerciale (dalla pubblicità alla promozione, dalla formazione alla consulenza, dallo sviluppo di nuovi prodotti alla scontistica) si sono interrotti o, per meglio dire, rotti … come un uovo in una trappola, per far posto alla virtualizzazione delle azioni (web 2.0 ne è un esempio) o all’immobilismo.
In questo scenario c’è posto solamente per figure di spessore, capaci di ricucire strappi di budget e ricostruire rapporti con i mercati dando fiducia ed indicazioni etiche (rispetto te per rispettare me, faccio del bene a te per fare del bene a me) risollevando animi ed aziende. Ruolo primario in questa prospettiva è affidato, oggi più di ieri, al venditore; aziende e clienti si aspettano grandi cose … ma il venditore è pronto a raccogliere la sfida? Siamo certi della risposta affermativa ma non c’è più spazio per improvvisatori ed affabulatori, di ipnotisti e “pnlisti”, di simpaticoni e pressapochisti, di venditori “oneshot” e di venditori forzosi … c’è spazio per chi crede nella mission affidata, chi usa la propria intelligenza, la sensibilità, la preparazione ed esperienza per offrire ai clienti un futuro da condividere con un rapporto che non si spegnerà, mai. Il venditore deve creare rapporti interpersonali senza perdere di vista gli obiettivi qualitativi e quantitativi.
Venditori cercasi … ma con queste caratteristiche!
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